Amare e sentirsi amati
L’inizio di una storia d’amore è il momento più eccitante e travolgente che una persona possa vivere a qualsiasi età; il tormento dell’attesa di un messaggio, il suono della voce, di un semplice “ciao”, il turbinio di emozioni che si scatenano dentro l’intensità di un abbraccio, la paura “m’ama, non m’ama” mentre poco per volta ci si accorge che ci si sta innamorando e che l’altro vibra nel cuore come una dolce musica che ci prende per mano e ci si comincia a sentire parte di una coppia, di un “noi”.
La soddisfazione del profondo bisogno d’amore viene appagato, si ama e ci si sente amati dal partner, il proprio serbatoio emotivo viene riempito di gesti e parole che scaldano il cuore ed accarezzano l’anima; è poesia nel quotidiano.
Durante il cammino, l’innamoramento si trasforma e cede il passo all’amore che porta alla costruzione, ma anche alle difficoltà nell’incontro con l’altro: la persona che prima era solo fonte di gioia, adesso porta anche sofferenza attraverso il proprio modo di vivere il rapporto e la vita in generale che può generare incomprensione e creare una distanza emotiva, senso di solitudine; è il momento in cui i rispettivi linguaggi d’amore si confrontano e si fraintendono, soprattutto quando sono diversi.
Nel corso della propria infanzia, s’impara un certo tipo di linguaggio amoroso, un modo specifico di manifestare amore e di riceverlo, di amare e sentirsi amato, portandolo avanti in modo, più o meno consapevole, in tutte le relazioni affettive che si andrà a costruire. Non esiste un modo giusto o sbagliato di esprimere l’amore, ma solo una diversità che spesso crea incomprensioni, “se lui mi amasse, farebbe o direbbe….”, “se lei mi amasse, capirebbe che…”, ecc…
Un giorno, durante una seduta di terapia di coppia, il marito mi disse: “io lavoro tutto il giorno per permetterle di avere questo tenore di vita e lei non è mai contenta, continua a dirmi che non la amo abbastanza”, mentre la moglie affermava che “vorrei passassi più tempo con me, lavori così tanto che non stiamo mai insieme”. Chi ha ragione? Entrambi, in quanto, entrambi cercavano di esprimere l’amore verso l’altro in un linguaggio che l’altro però non comprendeva.
In un’altra situazione una donna mi disse “io faccio i lavori di casa tutto il giorno, preparo la cena, mi occupo di lui e dei bambini e lui neppure se ne accorge, non mi ama…”, sentiva di dare tanto e di non ricevere quanto lei pensava meritasse, non riusciva a comprendere che quel linguaggio non apparteneva al marito e inevitabilmente tale delusione la faceva sentire sola e non amata.
Occorre chiedersi: “Che linguaggio dell’amore parlo? In che modo comunico il mio amore? In che modo potrebbe comunicare l’altro per farmi sentire amata o amato?”.
Spesso accade che la distanza emotiva che inizia a crearsi sulla base delle incomprensioni determini un progressivo vuoto affettivo, difficile da gestire, dove i gesti e le parole quotidiane diventano costanti rimproveri, critiche, perché uno dei due, o entrambi, si sentono trascurati, dati per scontati, insomma, non amati; diventa importante in un rapporto di coppia, essere consapevoli di questi linguaggi per conoscere quello dell’altro e per far comprendere il proprio.
Il dialogo, nasce dall’incontro di queste due lingue, che occorre imparare a parlare reciprocamente, il che non significa perdere il proprio linguaggio d’amore per sostituirlo con l’altro, ma di acquisire una seconda lingua.
Gary Chapman, terapeuta e consulente matrimonialista, all’interno del libro “I 5 linguaggi dell’amore” ha identificato 5 modalità diverse di comunicare il proprio amore e di sentire quello dell’altro, perché spesso non ci si sente amati in quando non si riesce a comprendere che il partner esprima il proprio amore in una modalità diversa, determinando in tal modo una insoddisfazione del proprio bisogno emotivo.
Di seguito verranno descritti i 5 linguaggi dell’amore proposti dall’autore invitandovi a identificare, mentre leggete, quello vs e del vs partner. E’ una lettura utile per riflettere su di sé e sull’altro, utile anche in un confronto di coppia. Suggerisco sempre di usare le letture come spunti di riflessioni per una maggiore consapevolezza di sé e del proprio rapporto e non come un dogma assoluto, anche perché ogni tentativo di dare un senso alle cose è solo una rappresentazione parziale di una realtà più complessa.
PAROLE DI RASSICURAZIONE
All’interno di questo contenitore si possono inserire i complimenti, “hai fatto una cena squisita”, i ringraziamenti“grazie per quello che fai”, gli incoraggiamenti “sono sicura che tu sia in grado di affrontare questa difficoltà, credo in te”, sono parole gentili. Non è necessario sforzarsi di trovare frasi d’effetto, ma chi si esprime con questo linguaggio sente il bisogno emotivo di un riconoscimento autentico di quanto sia importante per l’altro, di quanto non siano scontate le cose che fa ogni giorno.
MOMENTI SPECIALI O DI QUALITA’
I momenti speciali sono spazi in cui ci si dedica all’altro, facendo qualcosa insieme, come cenare chiacchierando con la televisione spenta, raccontandosi e prestando piena attenzione alle parole dell’altro, ascoltandosi. Non devono essere per forza momenti sensazionali, sorprendenti, chi parla questo linguaggio costruisce piccole situazioni quotidiane in cui fa qualcosa che gli piace o anche solo che piaccia all’altro, in condivisione, ciò che conta non è ciò che si fa, ma le emozioni che si condividono e si creano nella situazione. Il dialogo è un momento speciale, ma occorre che non ci siano distrattori, come televisione, cellulare o play station, ecc…
REGALI
I doni sono molto importanti per alcune persone in quanto vengono identificati come espressioni d’amore. Il valore simbolico di un dono inizia con lo scambio delle fedi nuziali, primo dono vero che la coppia si scambia all’inizio di un percorso matrimoniale; il potere di questo linguaggio non è determinato dal valore economico di un oggetto, perché anche una torta, un fiore, possono essere considerati doni di grande valore, un segno visibile del proprio amore.
GESTI DI SERVIZIO
I gesti di servizio sono modalità pratiche di manifestare l’amore verso l’altro, come portare in lavanderia le cose, fare i lavori domestici, portare fuori i rifiuti, occuparsi delle bollette.
Compiere gesti di servizio per l’altro non significa certo diventarne schiavo, soprattutto se vengono ricambiati con altrettanti gesti di servizio da parte dell’altro. Chi parla questo linguaggio ha piacere di prendersi cura dell’altro e della propria famiglia attraverso questi gesti di “ordinaria amministrazione”.
CONTATTO FISICO
Quando si parla di contatto fisico si intende tutto, ovvero coccole, baci, abbracci, passeggiate mano nella mano oltre alla parte più strettamente legata alla sfera della sessualità. Alcune persone ne hanno un forte bisogno per sentirsi amate, fino a determinare la chiusura di un rapporto, in sua assenza.
Durante la lettura potrebbe esser capitato di riconoscersi in più di un linguaggio d’amore, rimanendo un po’ dubbiosi sul dove collocarsi mentalmente, ma non c’è di che preoccuparsi, perché è ottimale avere altre modalità di esprimere l’amore accanto ad un linguaggio dominante, anche perché sono tutti interconnessi tra di loro.
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